Codice destinatario: facciamo chiarezza!

Sul codice destinatario della fattura elettronica persiste una grande confusione. Cerchiamo di analizzare cosa occorra effettivamente fare.

Che cos’è il codice destinatario

Il codice destinatario è un valore alfanumerico di 7 cifre che deve essere registrato all’interno della sezione “Fatture e corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate. Esso rappresenta l’indirizzo telematico che verrà utilizzato dal Sistema di Interscambio per il recapito delle fatture in formato XML.

Tipologie di codice destinatario

L’indirizzo telematico/codice destinatario per la ricezione delle fatture può essere di tre diverse tipologie:

  1. CODICE ALFANUMERICO DI 7 CIFRE: In tal caso occorrerà compilare solo il campo della fattura “Codice Destinatario” con il codice comunicato dal cliente. Si tratta del codice che consente di individuare il Provider utilizzato dal cliente per ricevere le fatture passive, come IX-FE ad esempio.
  2. CODICE NUMERICO 0000000 (sette volte zero): Si utilizza qualora il cliente non abbia comunicato alcun indirizzo telematico (PEC o Codice Destinatario). In tal caso il fornitore dovrà ricordare al cliente che la fattura elettronica è recuperabile nella sua area riservata “Consultazione” del portale “Fatture e Corrispettivi”. Se invece il cliente avrà dichiarato il proprio indirizzo telematico (Codice destinatario/PEC) sul sito della AdE anche se il fornitore indicherà 0000000 in fattura, l’AdE recapiterà la fattura all’indirizzo telematico dichiarato.
  3. INDIRIZZO EMAIL PEC: In tal caso il fornitore, nel compilare la fattura, dovrà inserire nel campo «Codice Destinatario» il valore «0000000» (sette volte zero) e nel campo «PEC Destinatario» l’indirizzo PEC comunicato dal cliente.

È obbligatorio comunicare ai propri fornitori il codice destinatario per la fattura elettronica?

In queste ultime settimane molte aziende si stanno affrettando a comunicare il codice destinatario ai propri fornitori, affermando che tale comunicazione viene posta in essere in ottemperanza alla legge.

Tra gli errori più ricorrenti l’indicazione che il Sistema di Interscambio o l’Agenzia delle Entrate rilasci il codice destinatario. Attenzione! Il codice destinatario è assegnato dal SDI solo ai soggetti accreditati (come Able Tech con il servizio IX-FE) ed utilizzato dalle aziende per ricevere le fattura elettroniche; Il Codice Destinatario che il Provider fornisce alle aziende deve essere registrato presso l’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Solo nel caso in cui l’indirizzo telematico (Codice Destinatario) sia stato registrato, dunque, sarà sempre il luogo virtuale dove arriveranno le fatture elettroniche, che in ogni caso saranno sempre e comunque disponibili parallelamente sul portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate.

Il codice destinatario della fattura elettronica può essere comunicato alle controparti a titolo di mera utilità e di cortesia; tuttavia se questo non è stato registrato (sempre dalle controparti) nell’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate allora il soggetto ricevente potrà scaricare le fatture elettroniche ricevute solo dal portale Fatture e Corrispettivi.

Fatturazione elettronica: superato il primo esame

30 milioni i documenti già inviati e gli scarti sono scesi al 5,6%. Tutti i dati dell’Agenzia delle entrate

Lo evidenzia il primo monitoraggio compiuto dall’Agenzia delle entrate sull’obbligo che dal 1° gennaio 2019 vede impegnate le aziende private nell’emissione e ricezione della fattura elettronica. Tra gli errori più comuni che generano gli scarti, file non conformi alle specifiche tecniche date dall’Agenzia:

  • Il 36% dei documenti arriva in formato non XML
  • Il 26% dello scarto ha ragion d’essere nella fattura duplicata. In sostanza, chi dubita di aver fatto bene il primo invio lo rimanda uguale, generando così lo scarto.
  • Codice fiscale o della partita Iva non valida, che riguardano il 6% dei casi. Quest’errore, però consente all’Agenzia delle entrate, nei cinque giorni deputati a fornire la risposta, di avvisare l’utente, mentre in passato con il meccanismo cartaceo era più difficile riscontrare l’errore e correggere il documento.

Sono, poi, 583.200 gli operatori che hanno inoltrato al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle entrate i documenti elettronici. All’Agenzia in queste prime due settimane 2019 sono pervenute richieste di generazioni QR CODE pari a 2.570.494 e registrazioni di indirizzo telematico pari a 2.808.949.

I numeri in sostanza dimostrano un andamento costante e fronte di un miglioramento della qualità dell’adempimento. L’Agenzia delle entrate procede allontanando il rischio, almeno per il momento, di un blocco generalizzato del sistema (temuto dopo l’esperienza spesometro dello scorso anno).

I chiarimenti di Assosoftware

Intanto Assosoftware, l’associazione delle case produttrici di software, ha inviato una nota tecnica agli iscritti in cui anticipa dei chiarimenti di prassi su alcuni punti che hanno generato dubbi tra gli operatori.

Sulla data emissione/ricezione della fattura, Assosoftware precisa ad esempio che si mantengono «per il primo semestre, le preesistenti modalità di emissione/annotazione della fattura attiva». In altri termini: la data di emissione della fattura (data che compare sul documento) coincide con la data di effettuazione dell’operazione (in riferimento alle fatture immediate); la fattura deve essere trasmessa entro il termine di liquidazione del periodo di emissione (16 del mese successivo per i mensili e 16 del secondo mese successivo per i trimestrali); l’annotazione della fattura sul registro Iva può essere effettuata in una qualsiasi data compresa tra la data di emissione e il giorno 15 del mese successivo, con riferimento al mese di effettuazione dell’operazione.

FONTE: www.italiaoggi.it